Dal tacco 12 al power suit: l’evoluzione del dress code femminile sul lavoro

Quando pensiamo all’abbigliamento femminile nel mondo del lavoro, spesso immaginiamo donne in tailleur grigio, con tacchi vertiginosi, eleganti ma impraticabili. Ma siamo nel 2023, signore e signori, e possiamo dire addio ai tacchi 12 e ai tailleur che limitano i movimenti. L’evoluzione del dress code femminile nel mondo del lavoro è un viaggio affascinante, intriso di storia, femminismo e ribellione.

Il lontano passato: Tacchi alti e gonne strette

Nel lontano 1960, le donne che lavoravano indossavano quello che era considerato appropriato per l’ufficio: gonne sotto il ginocchio, camicie e bluse, tacchi alti e perle. Il tutto, con una pettinatura impeccabile. Le donne erano tenute a mantenere uno standard di femminilità che metteva spesso il comfort in secondo piano.

Tuttavia, l’evoluzione delle donne nel mondo del lavoro, così come i cambiamenti socioculturali, hanno avuto un impatto notevole sul dress code femminile.

Gli anni ’80: il potere del Power Suit

Negli anni ’80, la moda femminile per l’ufficio ha preso una piega drastica con l’introduzione del power suit. Questo look, reso popolare da serie televisive come “Dynasty”, era caratterizzato da giacche con spalline, gonne al ginocchio e tacchi alti. Era il simbolo della donna in carriera, che sfidava l’ambiente lavorativo dominato dagli uomini.

Il power suit era un’affermazione di forza e autorità. Tuttavia, anche se simbolo di una certa emancipazione, era ancora molto vincolato alle aspettative maschili di cosa una donna dovesse indossare in ufficio.

Il nuovo millennio: Comfort e stile

Con l’avvento del nuovo millennio, le donne hanno iniziato a sfidare ulteriormente le aspettative sulla loro apparenza nel mondo del lavoro. Si sono liberate dalle catene del power suit e hanno iniziato a indossare abiti più comodi e pratici. Le sneakers hanno sostituito i tacchi alti e i jeans sono diventati più accettati nell’ambiente di lavoro.

Questo cambio di rotta ha segnato l’inizio di un periodo in cui le donne non erano più obbligate a sacrificare il comfort per l’apparenza. Invece, hanno iniziato a indossare ciò che le faceva sentire a proprio agio, mantenendo comunque un aspetto professionale.

Oggi: L’abbigliamento come forma di espressione personale

Oggi, il dress code femminile nel mondo del lavoro è più una questione di espressione personale che di conformità. Le donne sentono di avere la libertà di esprimere la propria personalità attraverso l’abbigliamento, che si tratti di un abito floreale per un tocco di femminilità o di un paio di sneakers per un look più casual.

Il progresso non si ferma mai, ed è lo stesso per l’abbigliamento femminile nel mondo del lavoro. Le donne continuano a sfidare le aspettative e a rompere i confini, dimostrando che il successo non si misura dall’altezza dei tacchi, ma dalle competenze, dalle capacità e dall’innata forza interiore di ciascuna.

Nonostante i grandi passi avanti, c’è ancora molto da fare. L’abbigliamento femminile nel posto di lavoro dovrebbe essere libero da giudizi e stereotipi. Dovrebbe essere un modo per le donne di esprimere se stesse, non un modo per conformarsi a un ideale di apparenza professionale. Il cambiamento è in corso, ma il viaggio è ancora lungo. Continuiamo a marciare avanti, con o senza tacchi.

L’evoluzione del dress code femminile nel mondo del lavoro è una testimonianza della resilienza e dell’adattabilità delle donne. Dal power suit alla sneaker, le donne hanno dimostrato che il successo non ha un uniforme. Allora, a tutte le donne là fuori, indossate ciò che vi fa sentire forti, indipendenti e capaci. Che siate delle Wonder Women con o senza tacchi, il vostro stile non definisce il vostro valore.

Pubblicato da | 05-06-2023 | Articoli sul mondo del lavoro, Lavoro al femminile

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